
INconteNIBILI..
Sezione News Home 28 gennaio 2015 Commenti disabilitati su INconteNIBILI.. 62Per ben valutare alcune situazioni o osservare un quadro, spesso è buona cosa fare qualche passo indietro e distaccarsi, emotivamente e fisicamente, dall’oggetto delle nostre attenzioni. Nella questione Antonio Conte, essendo ad alto tasso di emozioni (per i tifosi), è stato giusto anche distaccarsi temporalmente, lasciare passare un po’ di tempo e magari aspettare che la maggior parte degli elementi venissero a galla.
Ad oggi ci sono dei punti fermi che ci aiutano a ricostruire gli eventi e a dare un giudizio quanto più oggettivo possibile su quanto è successo.
Mister Conte aveva già detto si al Milan sul finire della passata stagione (tutto confermato da fonti giornalistiche e mai smentito). In quest’ottica si inseriscono le dichiarazioni destabilizzanti del mese di maggio ’14 sul ristorante da € 10 e sull’impossibilità della Juventus di ottenere risultati sportivi migliori. Tali dichiarazioni sono, oggettivamente, fatte appositamente per rompere il rapporto, perché nessuna società di livello può permettere di farsi fare, a ragione o a torto, la predica in pubblico da un proprio dipendente e questo Conte lo sapeva. Ha cercato il capolavoro: vincere, farsi licenziare (con buonuscita), restare dalla parte della ragione, avere un nuovo contratto.
Ci ricordiamo tutti le facce del Presidente, dell’AD e del mister alla fine dell’incontro “chiarificatore” del 19 maggio 2014 a cui seguì il tweet “Stagione 2014/2015: allenatore Antonio Conte“. Ecco, proprio quel tweet secco, senza fronzoli e aggiunte, io lo leggo così: “Cari Antonio e Adriano (Galliani), la Juventus non si fa prendere per il collo da nessuno. Qui c’è un contratto che noi vogliamo sia rispettato e non accettiamo intromissioni esterne su un nostro tesserato. Di sicuro il Signor Antonio Conte non potrà fare le fortune di altri perché già impegnato con la Juventus“. Tant’è vero che solo successivamente il Milan annuncia la promozione di Inzaghi ad allenatore della prima squadra.
Passa l’estate, in cui di AC non si ha nemmeno una dichiarazione. Probabilmente gli è stato imposto il silenzio. Non parla nemmeno all’inizio del ritiro, nemmeno un “ciao” a microfoni aperti, un “cercheremo di fare una bella stagione”, niente. E’ palese, oggi, che AC è già da maggio l’ex allenatore della Juventus.
L’intervista che annuncia la rescissione, vista a mesi di distanza è una conferma in più di quanto successo. La fa la Juventus con la propria emittente JTV in un ambiente totalmente marchiato Juve. Le domande sono scritte, non c’è spazio per dichiarazioni libere di AC. L’ex mister è contrito e rimanda a propri stati d’animo l’impossibilità della continuazione del rapporto, che sfocia nella rescissione consensuale attraverso la quale Juventus FC non ci rimette un euro. Fantastica poi una domanda, quella sulla nazionale. Non c’era nessuna ragione logica per inserire, in quel momento ed in quel luogo, una domanda su una situazione esterna che poteva eventualmente essere definita solo dopo le elezioni del nuovo Presidente FIGC targato Lotito/Galliani. E’ un accenno chiaro, in cui Juventus fa capire a tutti gli attori in ballo di essere bene a conoscenza della situazione e che il pallino del gioco su aspetti propri interni l’ha sempre gestito secondo i propri desiderata e soprattutto in contrasto con i piani della ditta Conte/Galliani. Casualmente (o meglio, causalmente) in brevissimo tempo Tavecchio, diventato Presidente FIGC con il forte sostegno della ditta Lotito/Galliani, sceglie Conte come CT facendo deliberare in 2-3 giorni ad una SpA come Puma un impegno economico considerevole per sostenerne il costo. Chi è abituato a pensar male è convinto che l’incarico da CT sia il contentino per il danno economico ricevuto da AC in seguito alle scelte fatte su rassicurazioni di Galliani, un po’ come quei posti da dirigente pubblico per i politici trombati. Le interviste da neo-CT sono di quanto più subdolo ci possa essere, piene di ammirazione per una Federazione che l’ha “incarcerato” e definito antisportivo, senza rispetto per quel popolo che l’ha difeso contro tutto e tutti.
Da quanto è successo possiamo fare un paio di considerazioni:
– La Società Juventus FC ha dimostrato di essere in grado di guidare situazioni difficili in modo autorevole ed anche autoritario (l’aveva fatto già con il Capitano). Ha messo un punto fermo. Juventus non scherza e non sarà mai a disposizione di giochetti in grado di turbarne la stabilità interna, sportiva ed economica. Da quanto successo la società ne esce rafforzata come immagine e considerazione da parte di tutto il mondo calcio. In futuro i soliti furbetti del quartierino ci penseranno bene prima di tentare uno sgambetto o quantomeno sapranno di doverlo architettare molto meglio per non incappare in dolorissime contromosse.
– Il Signor Antonio Conte è juventino ed è un tecnico che è stato in grado di fare un lavoro impossibile ad altri. E’ stata la persona giusta nel posto giusto. Per tre anni, come lui, nessuno. Il Signor Antonio Conte è molto bravo a gestire il sentimento popolare a suo vantaggio. Il Signor Antonio Conte è anche estremamente ambizioso ed ha una tale considerazione di se stesso da far passare in secondo piano tutto il resto, TUTTO. Proprio oggi, compleanno di Gianluigi Buffon, uno che juventino non lo è nato ma lo è diventato, mi è tornato in mente un interrogativo legato ai fatti del 2006. Il Signor AC cosa avrebbe fatto? Sarebbe sceso in B ad aiutare la propria squadra del cuore ed i suoi tifosi a ritrovare l’orgoglio minato? Sono convinto di no. Avrebbe detto, come hanno detto in tanti, che per uno come lui non era possibile scendere di categoria, che la vita calcistica di un giocatore è breve e non si può buttare tempo per semplice riconoscenza. La smisurata ambizione non gli avrebbe permesso di fare la scelta giusta. Il Signor Antonio Conte è questo, nel bene e nel male. Un tecnico capace di restituirci la dignità sportiva ma non in grado di anteporre la Società a se stesso. Per tre anni, finché il bene della Juventus ha viaggiato parallelo al proprio, un ottimo dipendente.
Il lavoro tecnico svolto da AC è stato pagato giustamente con gli emolumenti previsti dal contratto, nient’altro gli è dovuto.
Quello che sarà del nostro futuro calcistico lo sapremo solo vivendo e non avremo mai la riprova se con AC sarebbe stato meglio o peggio. Quindi, chiuso un capitolo, in parte doloroso (per molti), possiamo serenamente pensare alle sfide che stiamo affrontando con la ragionevole certezza d’avere uno staff dirigenziale all’altezza, in grado di tracciare la via e non di seguirla a testa bassa in balia degli eventi.
Fino alla fine, forza JUVENTUS!!